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Dipl.-Vw. Dr. Ludwig Steiner

Resistenza in Austria
intervistatore:
Ruth Deutschmann
fotografia:
Benjamin Epp
copyright location:
Wien
data della ripresa:
2008-04-29
traduzione inglese di:
Sylvia Manning - Baumgartner
traduzione italiana di:
Nicole D´Incecco
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1938
trascrizione:
A questo voglio dire, questa domanda vale non solo per il Tirolo e per Innsbruck, ma in genere per tutta la resistenza in Austria. Non si deve ignorare che le forze anti-nazionalistiche si manifestarono nel periodo tra il 1933 fino al’ 38. Queste erano conosciute. In più da nazionalsocialisti illegali furono mandati sempre dei rapporti in Germania, su singole persone, come si comportarono. Come si dimostrò dopo, avemmo due illegali della Gioventù hitleriana a scuola che scrissero dei rapporti. E questi mi furono poi rinfacciati sul mio comportamento durante le interrogazioni della Gestapo. Ma fu così, che nel 1938 gli oppositori del nazionalsocialismo erano conosciuti. Perciò la prima ondata di arresti, fatta per liste, fu come un lampo, da un - ora all -altra. Perciò fu efficace. Un?intero strato di persone possibili, che avessero avuto qualcosa da fare contro il nazionalsocialsimo, fu già eliminato in una volta. Questo fu il primo colpo per la resistenza. Inoltre si credette anche nelle cerchie pro-austriche fino all’ultimo momento che si potesse arrivare al referendum per l’Austria. Schuschnigg l’aveva annunciato, fu totalmente concentrato su questo. E fu completamente scioccato dal cambiamento improvviso della situazione. Credo che siano le prime cose, per cui non ci fu una resistenza organizzata fin dal principio. Poi alla resistenza mancò in primo luogo naturalmente ogni elemento militare. All’esercito federale austriaco fu ordinato di non sparare. Oltre a ciò fu una truppa piccola. Come per esempio - naturalmente sotto condizioni totalmente diversi fu in Francia, dove rimasero delle strutture militari. Nella resistenza non fu affatto così. E poi anche tra la popolazione non nacque subito una posizione contraria del tipo profondo contro il nazionalsocialismo. Durante il primo ribollimento si diceva: tedesco-tedesco-tedesco. Poi mancava anche la struttura di base, parlando del Tirolo. Alcune persone - non alcune persone, ma molte persone - credettero, che questo fosse un bene per l’Alto Adige. Che l’Alto Adige sarebbe tornato a casa nel Reich, fra virgolette. Ed anche gli appelli per l’elezione da parte del cardinale Innitzer e del ex-cancelliere Renner e di diverse altre persone fecero naturalmente sì che non fossero state mobilizzate molte forze di resistenza. E quello che vidi a casa, che qualcuno - era presidente della camera di lavoro, abitava sul quarto piano, fu trascinato giù con i piedi in avanti per quattro piani. Fu uno spettacolo molto brutto. E perciò la mano forte ci fu dall’inizio. Ma poi si rivelò, che qualcuno, di cui spesso non lo si avrebbe mai pensato, si comportò in modo grandioso. Ci si trovò. Soprattutto anche in continuazione al mio gruppo giovanile cattolico dai Gesuiti a Innsbruck, che era espressamente anti-nazionalsocialista, per ragioni ideologiche, religiose. Era unito, anche dopo. Comunque alcuni, come succede sempre, ci lasciarono. Ci fu sì qualcosa.